Restiamo umani: la preziosa eredità di Vittorio "Vik" Arrigoni
Egidia Beretta ha raccontato agli studenti del Viganò la breve vita di suo figlio Vittorio, attivista per i diritti umani e giornalista, assassinato a Gaza nel 2011
06.05.2024 | Assemblea di IstitutoRedazione scolastica
30 aprile 2024, Assemblea di Istituto, per quarte e quinte.
Ospite: Egidia Beretta Arrigoni, già sindaca di Bulciago (LC), ma soprattutto mamma di Vittorio Vik “Utopia” Arrigoni.
La sig.ra Egidia Beretta e i rappresentanti di Istituto, Maria Cappucci e Lorenzo Monti
Circa duecento studenti, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, hanno ascoltato commossi la testimonianza sofferta, ma di questi tempi necessaria, di una donna che ha consacrato la sua esistenza per mantenere viva la memoria di suo figlio.
Vittorio Arrigoni non è né un eroe, né un martire, ma è stato solo un ragazzo che ha lottato per i diritti umani. Pur proveniente da una benestante famiglia di imprenditori brianzoli, scelse, sin dalla più tenera età, di schierarsi dalla parte dei più deboli, poichè decise di ascoltare e dare voce a chi non ne ha, agli ultimi, ai reietti … al popolo palestinese.
Vittorio Arrigoni (1975 - 2011)
Mamma Egidia ha ricostruito l’adolescenza del suo Vittorio: un giovane come tanti, irrequieto, ombroso. Perse persino un anno all'Istituto “V. Bachelet” di Oggiono.
Un ragazzo alla ricerca di sé stesso, della propria strada nel mondo: pieno di sogni - “Utopia” il suo nickname - gli pareva fosse ingiusto accontentarsi.
In famiglia, solo la mamma lo capisce: sono simili, li lega una profonda empatia e lei impara ad ascoltare e rispettare i suoi silenzi.
Lui, Vittorio, si mette continuamente alla prova, è irrequieto e cerca la sua strada: durante l’estate, si sfoga cimentandosi in campi di lavoro internazionali, che lo portano in diverse parti del mondo, dall'Est Europa al Perù.
Ogni viaggio alla ricerca di sé stesso, è un incontro.
Emozionante è il momento in cui mamma Egidia ricorda la traccia di un tema assegnato dalla maestra a Vittorio, 10 anni all’epoca. “Cosa puoi fare tu, bambino, per la pace”.
Svolgimento: “Io posso guardare intorno a me, per vedere che tutti siano liberi”.
Nel 2002 Vittorio incontra la prima volta la Palestina: da quel momento, la sua vita acquista un senso. Si impegna per la gente comune: fa conoscenze, sale sulle ambulanze. E’ scudo umano in Cisgiordania, dove, all’uscita da scuola non ci sono i genitori ad aspettare i bambini palestinesi, ma i carri armati israeliani.
La vita di Vittorio si dipana quindi tra espulsioni e rientri avventurosi, sempre sotto lo sguardo vigile del Mossad, il servizio segreto israeliani.
Nel 2008, anno della famigerata operazione “Piombo fuso”, cambia tutto: “E’ l’inizio della fine”, dice affranta mamma Egidia.
Vittorio, che ha conosciuto il carcere, le botte e le umiliazioni, e porta sul corpo le tracce delle ferite e dei proiettili, è sempre più immagine di Cristo e, come Cristo, si avvia sul calvario: verrà catturato con l’inganno e ucciso nel 2011, da un gruppo terrorista dell'area jihādista salafita.
La striscia di Gaza, enclave palestinese
Due ore sono trascorse in fretta, tra le parole della signora Egidia e le immagini di Vittorio, che ancora parla, ride e si espone al fuoco dei cecchini israeliani. Dopo questo viaggio che ci ha condotto in Palestina e, in particolare, nella martoriata striscia di Gaza (“Quei campi, le coltivazioni di fragole …Ora non c’è più nulla”), torniamo alla nostra realtà, nell’aula magna dedicata al giudice Borsellino e alla sua scorta.
Torniamo nelle nostre aule, dove il riscaldamento, quest’inverno è andato a singhiozzo, dove l’intonaco si stacca, ma dove campeggiano tuttavia le lavagne “Smart” di nuova generazione.
E scegliamo, sulla stregua di Vittorio, di restare umani, nonostante le farneticazioni di chi vorrebbe escludere dalla scuola italiana stranieri e disabili; di chi mette in primo piano l’Orientamento, ovvero le competenze e le abilità pratiche, rinnegando il grande patrimonio culturale e artistico, nonché umano che ci contraddistingue.
“Perchè Vittorio ha scelto la Palestina?” - chiede uno studente a Egidia Beretta, la mamma di Vittorio - "Perché nella Palestina ha trovato la sua stessa ansia di libertà”.
RESTIAMO UMANI, RESTIAMO LIBERI!
“Questa, infatti, non è una guerra, perché non ci sono due eserciti che si danno battaglia su un fronte: è un assedio unilaterale condotto da forze armate (aviazione, marina ed esercito) fra le più potenti del mondo [...] che hanno attaccato una misera striscia di terra di 360 kmq, dove la popolazione si muove ancora sui muli e dove c'è una resistenza male armata la cui unica forza è quella di essere pronta al martirio.” (Vittorio Arrigoni, 2009)