27 Gennaio: "Qualsiasi uomo, in qualsiasi momento"
La toccante assemblea d'istituto in onore della Giornata della Memoria
04.03.2024 | MemoriaMatilde Bonalume, Alessia Galbusera (4I)
Il 26 gennaio si è tenuta l’assemblea d’istituto per celebrare per la Giornata della Memoria.
Il professor Fabio Carlini, che ha guidato l’assemblea, insieme ai professori Stefania Brigatti, Claudia Colombo e Claudio Contento, ai ragazzi del gruppo di teatro e ai rappresentanti d’istituto, hanno proposto un momento di riflessione totalmente diverso da ciò a cui siamo stati abituati.
L’assemblea si è aperta con una discussione sulla giornata guidata dal professor Carlini, che, dopo aver posto delle domande agli studenti sul tema, ha fatto notare come al giorno d'oggi la discriminazione e l’omologazione del pensiero serpeggino ancora nella nostra società.
Inizialmente sono stati distribuiti dei biglietti blu e rossi, successivamente coloro che hanno ricevuto i biglietti rossi sono stati obbligati ad alzarsi e a mettersi in fondo all’aula magna. Tra essi alcuni ragazzi appartenenti al gruppo di teatro che, inaspettatamente, si sono ribellati alla divisione facendo rimanere tutti senza parole.
Date le continue lamentele tutti i ragazzi costretti a stare in piedi sono stati mandati fuori.
Di seguito è stato proiettato un video preparato dai ragazzi del teatro e dai rappresentanti d’istituto, seguito dalla lettura di una riflessione di Jean-Paul Sartre da parte degli attori. Il momento è stato particolarmente suggestivo e ha catturato l’attenzione dei ragazzi.
Interessante è stato il gesto di un professore che, in seguito alle lamentele di una alunna (appartenente al gruppo di teatro), si è “sacrificato” andando al suo posto, lanciando involontariamente un vero e proprio segno d’amore.
«Allora chi decide è l’occasione, basta l’occasione a trasformare la vittima in carnefice. Qualsiasi uomo, in qualsiasi momento» (Jean-Paul Sartre)
Abbiamo intervistato alcuni dei ragazzi che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento.
Qual è il significato del progetto?
PRISCA: «Il progetto nasce con l’intenzione di ampliare lo spettro di significati di questa ricorrenza, cercando un nuovo senso, poiché secondo noi ripetere ogni anno la stessa cosa diventa banale e soprattutto fa perdere valore alla giornata. Così abbiamo realizzato un video in cui si mostra come si sia portati a “seguire la massa” e poi abbiamo concluso l’intervento con una riflessione del filosofo Sartre. Abbiamo organizzato una messinscena in cui i ragazzi a cui era stato consegnato il cartoncino rosso (come nel cortometraggio) venivano discriminati, gli veniva tolto il cappotto e venivano allontanati dai propri amici e dalle proprie classi, isolati, in piedi in fondo all’aula, così da far vedere al pubblico cosa successe agli ebrei e cosa succede tuttora, per dimostrare che la reazione davanti ad un atto discriminatorio non è cambiata più di tanto.»
Come vi siete sentiti nel recitare queste parti?
GOAN: «Io ho recitato due parti: quella, nel corto, del ragazzo che pur di non rischiare e di seguire la massa va contro quello che in realtà pensa; e poi quella della sicurezza che strattonava e usava le maniere forti per cacciare il ragazzo, nel corso dell’assemblea. Per quanto riguarda la prima non ho provato particolari emozioni poiché ho visto il video più come un’interpretazione teatrale “in differita”, mentre nel secondo caso ho percepito di avere un potere, un'autorità che agli altri non avevano; è infatti stata la parte più impattante e forte per me, tra quelle che ho interpretato nel progetto.»
Perché è importante ricordare?
PROF. COLOMBO: «Bisogna ricordare perché tutto questo non avvenga mai più. Sembra una frase fatta, che spesso viene ripetuta e che forse ora dà quasi fastidio, però è vero: è importante ricordare perché quello che accadendo oggi sulla Striscia di Gaza, così come in Ucraina, non deve succedere… ma purtroppo avviene e anche in modo molto prossimo a noi. Anche a scuola percepiamo la discriminazione, magari sotto forma di bullismo: discriminare è non accettare ciò che è diverso, è chiudersi e costruire dei muri. Io mi auguro che al giorno d'oggi i ragazzi non chiudano i confini ma aprano delle porte, riuscendo a creare accoglienza perché, se non c’è questo, tutto quello che abbiamo fatto oggi è inutile.»
PRISCA: «Si ricorda perché purtroppo succede ancora. Banalmente oggi, quando ho interpretato la mia parte in cui mi rifiutavo di alzarmi e mi lamentavo, ci sono stati diversi ragazzi che ridevano o che addirittura mi insultavano… in uno dei turni c’è stato un ragazzo che ha deciso di dire lui stesso al prof che avevo il cartellino quando ancora non mi ero alzata; per fortuna però ci sono state anche delle reazioni positive, ad esempio il prof Pelagalli ha preferito scambiare il suo cartellino con il mio, prendendo così il mio posto e rimandandomi a sedere. Ci sono state diverse risposte all’iniziativa, alcune positive altre negative, ma comunque è sempre bello coglierle, nelle loro sfumature.»